Redazione  Roma 
 Enzo Bianchi
Si apre domani a Bose, in Piemonte, il XXII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, riferimento per il dialogo ecumenico e lo studio della tradizione spirituale dell'Oriente. Il convegno chiede ai cristiani del mondo di essere «fermento di riconciliazione e pace».  
Col priore, Enzo Bianchi, religiosi da tutto il mondo: il segretario dell'Associazione ortodossa per la pace Jim Forest, da New York, Amal Dibo da  Beirut, Aleksandr Ogorodnikov da Mosca),  Konstantin Sigov da Kiev. 
Presentando l'appuntamento alla Radio vaticana, il priore di Bose ha osservato: «Abbiamo voluto parlare di `pace´ e di `pacificatori´, proprio in questo  momento in cui, come ci ricordava Papa Francesco, stiamo vivendo quasi una  `terza guerra mondiale´, con un terribile focolaio in Medio Oriente, dove le  confessioni cristiane orientali, ortodosse e cattoliche, vivono le une accanto  alle altre. Ma anche guardando a quello che accade ai confini tra Ucraina e  Russia, sono regioni in cui il tema della pace è decisivo per il futuro della  presenza dei cristiani».  
«Senza la pace interiore, quella dello Spirito, e senza il  raggiungimento dell'ideale dell'uomo disarmato, si avranno sempre conflitti e di  conseguenza guerre - sottolinea il Priore -. Non si può pensare a una pace  sociale con degli uomini che sono personalmente armati e che non hanno negato la  violenza che li abita e presa nel cuore la mitezza. Le due cose sono  strettamente legate». «Non può darsi una pace politica se non c'è una pace che  tocchi le persone nel loro quotidiano e che le renda - come dice Papa Francesco  - artigiani di pace». «Esercitarsi a vedere la `bellezza´ della pace - spiega il  Priore - significa vederla sempre possibile e soprattutto non essere `sedotti´  dalla guerra. Gli uomini condannano la guerra, fanno commemorazioni dei  conflitti passati e poi fanno scoppiare nuove guerre».
Importante la presenza in contemporanea al Convegno di Bose di una  delegazione del Patriarcato di Mosca e di una della Chiesa ortodossa ucraina.  «Cercheremo di favorire un dialogo - spiega Bianchi - per capire cosa i cristiani possono fare per la pace». «Il cristianesimo  ha nel suo cuore Gesù Cristo, cioè il Principe della pace. Dunque se è in  concorrenza con le altre religioni, come religione fra le altre, non è vero  cristianesimo».
A proposito delle persecuzioni subite dai cristiani in Iraq, fanno riflettere le parole di Papa  Francesco sulla necessità di `fermare l'aggressore´ ma valutando i mezzi. «Sono  distinzioni difficili ma profetiche - spiega Bianchi - ma che il Papa deve  assolutamente fare. Non dobbiamo armare fazioni che poi combatteranno altre  fazioni e andranno comunque ad aumentare la violenza». «Dobbiamo piuttosto  cercare tutti i mezzi per fermare l'aggressore, renderlo innocuo, ma senza  armarci gli uni contro gli altri». 
Πηγή:
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/ecumenismo-ecumenism-ecumenismo-36106/
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